25 gen 2011

Pedocouture o ipocrisia?


E alla fine anche il segreto sull'addio di Carine Roitfeld è venuto fuori. Sembra che le dimissioni siano dovute ad un servizio, Cadeaux, su Vogue Paris di dicembre. La sequenza di foto, a cura di Tom Ford, grande amico della ex caporedattrice, ritraeva bambine truccate pesantemente, in abiti succinti ma soprattutto in pose ed atteggiamenti provocanti.
Bernard Arnauld pare non abbia gradito e abbia minacciato di ritirare i suoi investimenti pubblicitari dal giornale. Da lì la scelta di dimettersi e il polverone degli ultimi giorni.
Tom Ford si discolpa asserendo di esser stato frainteso, che il servizio era, per l'appunto, di denuncia nei riguardi della situzione di ragazze giovanissime, sottoposte ai rigidi canoni del fashion system, bombardate sistematicamente da un'ideale di donna che finisce per annullare la loro innata genuinità ed innocenza. Bambine che crescono troppo presto, come quelle del servizio. 
Inutile ogni tentativo di giustificazione, la decisione della rimozione della Roitfeld è definitiva, a partire dal 1 febbraio. Al suo posto Emmanuelle Alt (si era anche vociferato su Tom Ford come possibile sostituto).


Fa piacere sapere che in giro per l'Europa c'è ancora qualcuno capace di indignarsi [ogni riferimento all'Italia è puramente non casuale] ma a questo punto mi chiedo quale sia la differenza tra far posare bambine per un servizio fotografico (anche uno controverso come questo) e il sottoporle ai diktat dei fashion shows, per non parlare dei provini pubblicitari e dei concorsi di bellezza americani.


(Foto: Tom Ford per Vogue Paris)

5 comments:

Anonimo ha detto...

Non mi sento una persona orribile nel dire che questo servizio a me è piaciuto.
Non ci trovo niente di sensuale o sessuale,in queste foto.

E in ogni caso,per rispondere al tuo post,credo che tra foto di questo genere e i vari programmi in cui i bambini cantano o si esibiscono non ci sia niente di diverso.
Modelle bambine sempre ci sono stata e sempre ci saranno (è in questi giorni il Pitti Bimbo?) e non mi pare che nessuno si sia mai scandalizzato.

P.

Cristina Elle ha detto...

Vorrei precisare che il mio non era un post "contro", quel servizio non l'ho trovato diverso da qualsiasi sfilata, provino o programma in cui siano utilizzati i bimbi. Per questo ho parlato di ipocrisia.
Resta il fatto che per me un bambino deve fare il bambino, ma a quel punto il discorso si sposta di argomento perchè semmai si dovrebbe parlare di un certo tipo di genitori...

Anonimo ha detto...

Sfogliando liberamente decine di riviste internazionali di moda negli store più forniti di Milano, proprio ieri, ho notato che, aldilà del tanto discusso editoriale Vogue Paris sono contemporaneamente pubblicate diverse autorevoli riviste di moda che dedicano ampio spazio a servizi con modelle preadolescenti. Mi riferisco soprattutto a Interview e a Lula, ma anche alla neonata newyorkese "Vaga" che esordiscono proprio con modelle visibilmente aldisotto ai 14 anni ritratte in mood che per trucco e stile normalmente si usano con modelle un po' più adulte. Io ho contato almeno sei-sette editoriali di più pagine con preadolescenti nei servizi di moda. Non capisco perché ci si affanna (parlo di altre fonti da cui questo blog sembra attingere, ma lo hanno scritto un po' tutti sul web) a parlare solo di Vogue Paris. E' una tendenza in atto, un po' tra la voglia di riportare in auge David Hamilton che più di trent'anni fa aveva osato spogliare preadolescenti, un po' perché effettivamente la pubertà, statistiche alla mano, si sta spostando sempre più sotto negli anni, si tratti di stili di vita, ormoni introdotti nella catena alimentare o altro. Io non mi scandalizzo. A me sembra che, pur assumendo un atteggiamento austero proprio delle modelle più adulte, queste bambine sembrino coinvolte in una specie di carnevale anticipato di lusso fra paillets e lustrini. E che anche la moda adulta sia in fondo un circo permanente non lo dico io, ma fotografi come Toscani, stilisti come Valentino, Gaultier, Galliano (quest'ultimo ha persino istituzionalizzato l'aspetto ludico e circense della moda con performace rituali e personali).
Personalmente trovavo splendido il trend che l'anno scorso associava i grandi felini ai gioielli: non ho mai visto una top model più elegante di una pantera o di un leopardo ingioiellato. Animali già eleganti di loro, figuriamoci come possono stare con parure di alta oreficeria. Non so certo che cosa abbiano pensato questi animali, ma erano meravigliosi. Queste bambine mi fanno semplicemente sorridere, nulla più.

Anonimo ha detto...

In effetti concordo con quanto hai detto: si dovrebbe parlare di un certo tipo di genitori!

P.

Cristina Elle ha detto...

@Anonimo: ho parlato di Vogue Paris perchè la questione ed il polverone che si è creato (urlando alla pedopornografia) hanno avuto ripercussioni sulla linea editoriale della rivista, per questo mi sembrava doveroso almeno dedicargli due parole.
Personalmente io non ho nulla contro quel servizio fotografico e non avrei urlato allo scandalo -tutta una trovata pubblicitaria? può darsi- in modo così plateale (addirittura Arnault che minaccia di ritirare gli investimenti pubblicitari), anche perchè se è immorale un servizio del genere allora lo è anche tutto ciò che comporta l'uso di bimbi per moda e spettacolo.
Però mi preoccupa molto anche il fatto che nel nostro paese non ci si indigni più per nulla (e qui non mi riferisco più a Vogue Paris). Ben venga quindi un po' di sana indignazione, magari cercando di evitare l'ipocrisia.


Ps. Davvero meravigliosi i gioielli di ispirazione felina.